La Fantascienza è una forma di letteratura popolare – per nulla nel senso spregiativo del termine – nata non casualmente con la società industriale, perché la sua specifica forma narrativa ha permesso e permette tuttora di rappresentare le potenzialità ed i timori degli uomini di fronte ad una situazione che modifica di continuo, in una maniera mai vista prima, le condizioni materiali di vita di ogni essere umano. È facile notare la forte presenza dell’anarchia – intesa sia come appartenenza ideologica e talvolta militante dei singoli scrittori, sia come tematica narrativa che va di là di questi, pur numerosi. Queste schede di lettura vogliono sostanziare la seguente tesi: se, come dicevamo all’inizio, la fantascienza rappresenta i timori e le speranze verso il futuro della società industriale, l’anarchia rappresenta il lato della speranza.
STERLING, Bruce, Utopia Pirata – I racconti di Bruno Argento, Milano, Mondadori. Urania n. 1622, 2016.
“Qualunque regalo possa farmi un letterato, se lo riprenderanno i porci borghesi nelle urne elettorali. Il capitalismo deve essere abbattuto.”
(Utopia Pirata – da “ I racconti di Bruno Argento”)
Bruno Argento è l’alter-ego Torinese di Bruce Sterling, teorico e padre del cyberpunk, che non ha bisogno di presentazioni per gli appassionati del genere. Tutti i racconti di questo libro sono ambientati in Italia, in particolare a Torino e nella città di Fiume occupata (nel racconto Utopia Pirata che dà il titolo al testo).
I cinque racconti di Bruce Sterling /Bruno Argento, che vive ormai stabilmente proprio a Torino, testimoniano una profonda conoscenza storica passata e presente dell’Italia e, infatti, nei suoi racconti storico-ucronici, esoterici e cyberpunk ritroviamo spesso precisi e puntuali riferimenti a personaggi e contesti della storia italiana.
Nella sua “Città esoterica”, racconto di apertura, un ingegnere torinese di nome Achille Occhietti (il nome rimanda ad Occhetto, anche se il personaggio in questione rimanda più a una sorta di Marchionne), accompagnato dal suo “Virgilio egizio” (una mummia egizia), si reca all’inferno dopo aver recuperato il mitico “Santo Graal” per conferire col suo “Signore” proprietario di un’industria automobilistica (sarà per caso Agnelli?) che lo esorta a combattere con Satana in persona, in altre parole con il loro più temuto antagonista. Il terribile ed implacabile Satana, che pare non lasci scampo a nessuno, si rivela essere un giovane ecologista che parla di energia pulita e trasporti ad alta sostenibilità ambientale… il tutto in un clima tuttavia colloquiale e per nulla angosciante, dove in effetti Satana rappresenta la nemesi dei signori dell’auto.
Non manca, nel secondo racconto, il tema dell’universo parallelo dove la scoperta di un particolare “memristore” rende possibile , potenziando un complicato software per pc portatile, viaggiare in altri universi dove si incontrano personaggi che in un caso sono importanti politici e capi di stato di livello internazionale mentre nell’altro vestono i panni di spietati boss a capo di gang criminali (un messaggio al contempo chiaro ed ironico).
Ne “Il Bisturi Partenopeo” siamo nel pieno dei moti carbonari del 1820 ed anche qui l’autore manifesta una profonda conoscenza storica: il racconto – a metà fra ucronia e fantastico – ha come protagonista un fervente rivoluzionario totalmente dedito alla causa carbonara che appare cotruito sulla figura di Luigi Minichini, ex prete nolano di tendenze libertarie che, dopo la disfatta dei moti carbonari si rifugia a Londra. Nel racconto, come si diceva, non manca il tema fantasy–horror, nella figura di una affascinante donna a due teste e di un nobile Dracula con poteri che lo rendono immortale.
In “pellegrini di un mondo rotondo” Sterling/Argento ci riporta agli intrighi di palazzo fra Cipro ed il regno dei Savoia, al tempo alleati. Il racconto è probabilmente costruito inserendo momenti autobiografici ed è dedicato alla figlia adottiva Jasmina Tešanović. Ambientato a Torino, nella locanda di Santa Cleofa si alternano personaggi della più disparata specie, pellegrini, profughi e diseredati in un eterno girovagare, fra sante trasgressive che infestano la locanda e gli stessi proprietari destinati all’esilio. Il tutto in un clima esoterico, fra sacra sindone, taccuini apocrifi di Cristo, il tutto in un mondo la cui sfericità, sebbene teorizzata, non è ancora stata esperita (siamo nel 1463 e la prima circumnavigazione che testimoniava di un effettivo “mondo rotondo” era ancora da venire).
Ma è con l’ultimo racconto che da il titolo alla raccolta “Utopia Pirata” che Sterling/Argento crea un piccolo capolavoro in un misto di ucronia, fantasy e cyberpunk. Siamo nella Fiume occupata del 1920 e protagonista è un “ingegnere pirata” torinese a capo di una ciurma di corsari croati che si ritrovano nella città di Fiume e nella famosa repubblica del Carnaro. L’ingegner Secondari, morto nella prima guerra mondiale, è stato salvato e resuscitato da uno scienziato con poteri paranormali e spiritistici: Cesare Lombroso (in effetti volendo fare dell’ironia, anche le teorie del Lombroso reale tendevano più al “fantasy“ che alla scienza).
Il clima è un misto di eroismo epico, anarchia, mentalità guerresca e futurismo parossistico: una specie di “interregno” gramsciano dove le abituali relazioni politico-sociali sono abolite, dove in ogni momento possono verificarsi eventi grotteschi, inaspettati rispetto ad un procedere lineare. Le linee di sviluppo del racconto da prospettive divergenti ed in apparenza inconciliabili si sovrappongono dando a tutto il contesto un’aura di imprevedibilità. A questo si aggiungono episodi ucronici che “cambiano” la storia ed il destino della reggenza del Carnaro: Mussolini viene colpito da un proiettile, sparatogli dalla sua amante, nelle parti basse mentre il presidente americano Wilson (a capo della società delle nazioni) impazzisce. La “Reggenza”, col suo Vate (D’annunzio), il suo costituzionalista (Alceste De Ambris) proseguono allora la loro storia, con tanto di Agenti della Cia che vengono a proporre un’alleanza (le spie statunitensi sono il famoso mago Houdini e lo scrittore Lovercraft) e non mancherà il tentativo di accogliere rifugiati politici di tutto il mondo, tra i quali un miserabile Hitler andato in rovina. Il racconto si conclude con una sospensione che lascia indefinito un possibile epilogo. Da alcuni stralci risulterà evidente proprio questo clima di (voluta) indefinibilità ideologica:
“Si rifugiarono laggiù gli anarchici della Repubblica sociale bavarese, i comunisti ungheresi di Béla Kun,i pacifisti gandhiani del Congresso indiano ribelle. Ora che la Rivolta di Pasqua si era trasformata in una sanguinosa guerra civile britannica, l’Esercito repubblicano irlandese pareva particolarmente affezionato alla città di Fiume. La popolazione del Carnaro sosteneva i catalani, i curdi e i fiamminghi del Belgio. Simpatizzava con i neri irredentisti ad Harlem e soprattutto con le belle anime che si proponevano di tornare in Africa a bordo dei transatlantici Black Star”.
“Mi dica una cosa — riprese il tenente, rivolgendosi all’Asso. — Cosa vuole lei? Mi ha chiesto cosa cercassi io, ma per quanto la riguarda?
— Dato che me lo chiede — rispose lentamente l’Asso — glielo dirò con tutto il cuore. Quello che voglio è la caccia grossa, magari ai leoni in Etiopia. O una contessa a Parigi, però molto dolce. Ma i miei desideri non sono il mio dovere: dopo gli sviluppi di oggi, il mio futuro è chiaro. Voglio diventare ministro della Sicurezza statale in un governo anarco-sindacalista.”
“Nella Reggenza del Carnaro la proprietà spettava a chi ne facesse l’uso migliore. Essere titolari di un’impresa solo finanziariamente era illegale. La proprietà dei mezzi di produzione toccava a chi li mandava avanti.”
Come si vede da questi brevi stralci il testo è volutamente controverso e la mappa che traccia l’autore ne dà un quadro unico e surreale. Ma qui è anche la tecnica letteraria che la fa da padrona, mischiando magistralmente, fantasy, ucronia, cyberpunk, postmodernismo e surrealismo. Altro esempio:
“Come funzionario del regime, Secondari cominciò a capire le dottrine dell’anarco-sindacalismo costituzionale. La proprietà finanziaria era proibita per decreto dello Stato e quella privata poteva essere detenuta solo dai sindacati dei lavoratori. In breve, sindacalismo voleva dire prendere ai ricchi tutto quello che avevano e trasferirlo ai tecnocrati ed alla forza lavoro che da essi dipendeva.”
[Inoltre anche le donne] “cominciarono a candidarsi alle cariche pubbliche, diventarono aviatrici e conduttrici dei programmi radiofonici d’informazione. Erano pioniere della libertà femminile nel Ventesimo secolo, e ne erano orgogliose“.
Un “regno di mezzo” dove le varie correnti ideologiche che si mescolano in maniera indistinta possono imboccare le vie più morbose e fanatiche o rappresentare invece una possibile speranza nel futuro.
Scheda di Lettura di Flavio Figliuolo